IN/TER/CAPEDINI
IN/TER/CAPEDINI
a cura di Niccolò Kirschenbaum
Spazi, vuoti compresi tra superfici vicine; in particolare, in edilizia, spazi vuoti che isolano le parti interrate di un edificio dal terreno circostante, per impedire infiltrazioni d’acqua.
Tre momenti nel tempo, tre dimore di anime, tre spazi apparentemente divisi tra di loro da significati e vocazioni diverse ma tutte appartenenti ad una città e da un'idea che diventa “legante”. Un soffio freddo o un infiltrazione d'acqua che fluisce, s'infiltra, il canto di uno stormo di passeri che riecheggia dentro e fuori le mura portando al suo passaggio pensieri e nuovi spunti creativi.
LA GENESI: La libreria ospita nel seminterrato una “non zona” raffigurante un luogo che si rivela agli occhi dello spettatore con un messaggio dal significato chiaro e allo stesso tempo estremamente mistico simbolico. Rappresentazione del Guff: secondo la mistica ebraica uno dei saloni nella dimora di Dio nel quale risiedono le anime in attesa di reincarnazione, ogni volta che una di queste esce per trovare nuova vita vengono salutate sulla terra dal saluto del canto di un passero. Un letto di frasche su cui sono posti passeri fusi in bronzo scuro e sculture lignee dipinte raffiguranti serpenti sono simboli della nascita dell'idea artistica e delle difficoltà ed opposizioni che incontra con il mondo circostante.
IL SENTIERO: Gli spazi dell'antico ristorante Tre Cristi sono simbolo dello scorrere del fiume del tempo che emana riflessi di epoche importanti, di tendenze originali e conservatrici della propria storia. La cucina, custode dell'autentico sapore tramite la semplicità dei suoi ingredienti, l'estetica con piatti che visivamente già esprimono il loro essere e la loro fragranza, il momento del convivio fondamentale per la vita come l'aria è espressione stessa visiva artistica. Un insieme di carte applicate su tavola poste in mostra nella vetrina principale sono le ricerche contemporanee che l'artista sta percorrendo nell'ultimo anno di produzione: giochi ottici e di visuali, ricerche di spazialità attraverso la manipolazione del materiale di supporto – nel determinato caso carta da incisione-, trasformazioni del materiale di supporto attraverso stress fisici ambientali o tramite l'applicazione di materiali diversi che diventano medium grafico/pittorico inconsueto come lo spago e gli spilli; il processo creativo è il soggetto stesso delle opere, il desiderio di crescita e di nutrimento e il viaggio continuo verso la realizzazione.
LA MINIERA D'ORO: “Strane scene alla miniera d'oro...”, o meglio strane scene nella bottega della foglia d'oro. La corniceria la bottega, dove l'antica tradizione e i ritorni al passato, il ciclo dell'idea in volo sulla città sembra trovare la sua fine, la sua emancipazione ed affermazione; creando la sua immagine e rivelandosi dirompendo confini di una cornice e non lasciandosi imprigionare. Una Tessitura di spago annodato che fuoriesce da una cornice a cassetta e si inserisce o meglio tenta di dissimularsi tra le opere “ingabbiate” e completate dalle loro cornici; adesso l'opera non necessità più di intermediari per entrare in comunicazione con il fruitore in quanto il contatto ormai è diretto. Lo scheletro posto sulla tessitura non è la morte dell'idea artistica, in quanto l'oggetto apparentemente completo e finito può essere ripreso e reincarnarsi in tessiture infinite.
N. Kirschenbaum